Veglia di preghiera per la pace, l’Arcivescovo: «La guerra non nasce ai confini, ma nel cuore delle persone»

«La guerra in Ucraina non è nata quando le truppe hanno attraversato il confine, ma quando nel cuore di chi l’ha decisa ha prevalso lo spirito del male». Sono le parole che mons. Andrea Bruno Mazzocato ha pronunciato sabato 5 marzo in occasione della veglia di preghiera per la pace organizzata dalla Pastorale giovanile diocesana. «Tra Russia e Ucraina c’erano degli evidenti conflitti – ha detto ancora l’Arcivescovo -, ma nessuno di essi può mai essere risolto con la guerra. La guerra non è mai una soluzione. Anzi, è opera dello spirito del male, che è assassino e divisore per sua natura. A questa divisione – ha concluso mons. Mazzocato – rispondiamo con la solidarietà».

L’intervento dell’Arcivescovo è reperibile nel filmato che segue.

 

 

Le testimonianze

Oltre a pregare per la pace, i partecipanti alla veglia hanno potuto ascoltare due testimonianze importanti. La prima, dalle parole di Giada, ragazza italo-ucraina dell’associazione Friuli-Ucraina, ha messo in luce tutto ciò che la guerra distrugge (famiglie, sentimenti, affetti, cultura) e ciò che è necessario preservare, primo tra tutti il riconoscimento della comune umanità. Il secondo intervento, da parte di Silvia Cotula della Caritas diocesana, si è focalizzato su quanto ciascuno di noi può fare per esprimere solidarietà e per agire alle radici dei conflitti armati. Guerre che, in tutto il mondo, raggiungono l’agghiacciante numero di 361 conflitti, molti dei quali “dimenticati”.

 

Un’icona che unisce i popoli

La serata di preghiera si è celebrata attorno a una copia dell’icona della Madonna del Don, volto di Maria, rifugio per i peccatori e ricercatrice dei perduti. L’icona proviene dal monastero maschile di Bielogorje, ricavato nelle caverne sulla riva del fiume Don, nelle zone dell’attuale confine tra Russia e Ucraina orientale.

L’icona fu portata in Italia dagli alpini in ritirata durante la sciagurata campagna di Russia del 1941-1943, recuperandola da un’abitazione distrutta.

Oggi come allora, la devozione a Maria è comune ai popoli in guerra, così come al popolo italiano: la sua icona vuole essere un “ponte” tra due drammatici momenti storici e tra due territori – l’Ucraina orientale e l’Italia – che, pur in modo molto diverso, sono coinvolti nella guerra in corso in Ucraina.

 

La colletta pro Ucraina

Al termine della serata, i partecipanti sono stati invitati a compiere un gesto di elemosina quaresimale sotto forma di una donazione al fondo speciale creato dalla Caritas diocesana a sostegno dell’emergenza ucraina. La colletta ha raccolto 773,96 €. Chiunque può ancora contribuire seguendo le indicazioni della Caritas diocesana.

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