Tappa 8 – Non c’è misericordia senza giustizia e verità

L’adultera perdonata. Nel Vangelo di Giovanni (8,9-11) troviamo descritto un bellissimo incontro tra Gesù, una donna….

L’adultera perdonata. Nel Vangelo di Giovanni (8,9-11) troviamo descritto un bellissimo incontro tra Gesù, una donna adultera (secondo la Legge di Mosè avrebbe dovuto essere uccisa per lapidazione!) e un gruppo di scribi e farisei (che si ritenevano i soli giusti, che pensavano di non avevano nessun debito d’amore nè verso Dio né verso il prossimo) che voleva giustiziarla (cosa che non avviene per l’intervento di Gesù: “chi è senza peccato scagli la prima pietra. Tutti se ne andarono”). Il brano si conclude così: “Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch’io ti condanno; và e d’ora in poi non peccare più». In questa ultima frase è raccolta la più bella e la più vera definizione di misericordia. Scopriamola: non ti condanno, cioè in positivo ti perdono (questo esprime la misericordia infinita di Gesù per ogni peccatore pentito); ti perdono ma tu va e d’ora in poi non peccare più: cioè va a vivere in modo nuovo e giusto le tue relazione d’amore, non tradire più l’amore (questo esprime la giustizia come un amare in modo giusto nelle relazioni personali, sociali e religiose) e non peccare più come hai fatto prima, tradendo l’amore di tuo marito come adultera, perché la verità è che hai peccato (questo esprime la verità che Gesù non ha mai paura di dirci in faccia e nel cuore per aiutarci a crescere per davvero!). Potremmo concludere così: non c’è misericordia o compassione cristiana senza giustizia e verità!

 

“Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori” (Mc 2,17). La misericordia di Gesù è un dono che chiede un impegno: è perdono dei peccati, ma chiede di vivere con giustizia, in modo giusto il proprio amore per non sprecarlo; è perdono e compassione, ma chiede di fare verità su se stessi, su ciò che siamo (e siamo tutti peccatori!), perché fare verità su noi stessi ci permette di crescere, maturare e vincere ciò che in noi è male, ciò che in noi non funzione secondo il Vangelo di Gesù. Tuttavia, Gesù rimane (e noi dovremmo rimanere come Lui), sempre accogliente verso i peccatori, anche se questo gli ha procurato le critiche e l’opposizione dei difensori della Legge. Gesù è convinto che non è la Legge fredda che cambia il cuore e la vita dell’uomo solo perché viene imposta: Gesù è convinto che la più grande forza che abbiamo per riuscire a cambiare il cuore dell’uomo peccatore, è l’amore, la misericordia, la compassione, la verità e la giustizia. Dice padre Raniero Cantalamessa (Le Beatitudini evangeliche. Otto gradini verso la felicità, ed. San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 2008, p. 70): «I farisei avevano una loro visione della legge e di ciò che era conforme o contrario ad essa e consideravano reprobi tutti quelli che non si conformavano alla loro prassi. Gesù non nega che esista il peccato e che esistano i peccatori, non giustifica le frodi di Zaccheo o l’adulterio della donna […] Quello che Gesù condanna è di stabilire da sé quel’è la vera giustizia e considerare tutti gli altri ladri, ingiusti e adulteri, negando persino la possibilità di cambiare». Gesù appare nei Vangeli più severo verso chi disprezza i peccatori, invece che usar loro misericordia, che verso i peccatori stessi. Insomma: i cristiani, sull’esempio di Gesù, sono chiamati ad usare misericordia verso i peccatori, ma senza banalizzare il peccato e trovando il modo di non allontanarsi mai da chi ha sbagliato. Anzi: siamo chiamati da Gesù a stare vicino a chi sbaglia, guardandolo come lo guarda Gesù! E Gesù lo guarda così: «non vede in essi solo quello che sono,ma quello che possono divenire, se raggiunti dalla misericordia divina nel profondo della loro miseria e disperazione». Gesù è fermo, deciso, rigoroso nei principi dell’amore che si devono vivere secondo il suo Vangelo, ma sa quando un principio deve cedere il passo a un principio superiore che è quello della misericordia di Dio e la salvezza dell’uomo (Raniero Cantalamessa, Le Beatitudini evangeliche. Otto gradini verso la felicità, ed. San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 2008, p. 77-78). Come nella vita di Gesù così nella vita della Chiesa devono risplendere insieme la misericordia, la giustizia e la verità (in questi tre elementi vissuti insieme c’è il vero amore per gli altri e per Dio!), perché al doveroso rispetto della legge dell’amore che Dio ci invita a vivere secondo il Vangelo, sia presente nel nostro cuore anche la pazienza della misericordia che attende i lenti passi del cammino di chi ha sbagliato.

 

Qualche domanda per la riflessione personale o di gruppo…

Non c’è misericordia o compassione cristiana senza giustizia e verità: condividi questo pensiero che Gesù mette in luce nel Vangelo della adultera perdonata? Quali sono i risvolti positivi che vedi in questa affermazione? Quali sono invece i risvolti che non ritieni validi o giusti di questa affermazione? Come definiresti tu la misericordia cristiana? Quali elementi metteresti in luce?
Gesù è convinto, e mostra questa convinzione con il suo stile di vita, che per cambiare la durezza di cuore dell’uomo sia necessaria sì la legge, la regola di vita, ma anche e soprattutto l’amore misericordioso, compassionevole, la pazienza di attendere i lenti passi di chi sbaglia: cosa ne pensi a proposito? Sei d’accordo che, oltre la misericordia, per cambiare il cuore dell’uomo che sbaglia (o anche il tuo cuore che alle volte può essere nell’errore) ci voglia anche la decisione, la fermezza e al decisione di indicare alcuni principi e alcune regole che traccino un cammino verso un bene maggiore?
La monaca Anna Maria Cànopi scrive: «Spesso la misericordia viene considerata debolezza o viltà e la giustizia ridotta a legge inflessibile… Il vero amore misericordioso non chiude gli occhi sul male, ma sa pazientemente attendere l’ora della grazia; sa che l’uomo è un fragile vaso d’argilla che potrebbe irrimediabilmente spezzarsi… L’amore misericordioso non giudica il prossimo, ma lo ascolta, entra in comunione, ridona speranza di un cambiamento, persino lo ritiene già avvenuto per incoraggiare» (A. M. Cànopi, Beati i poveri…Beati, ed. Paoline, Cinisello Balsamo (MI), p. 84). In cosa ti trovi d’accordo e in cosa ti trovi in disaccordo con questo pensiero della monaca Anna Maria?

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