“Ascoltare” è più che “sentire”! Tante volte sentiamo dire che noi cristiani dobbiamo “ascoltare” la Parola di Dio. Ascoltare è più che sentire! Infatti “ascoltare” significa sentire con gli orecchi la Parola, lasciare che…
Beati… per il regno dei cieli
“Ascoltare” è più che “sentire”! Tante volte sentiamo dire che noi cristiani dobbiamo “ascoltare” la Parola di Dio. Ascoltare è più che sentire! Infatti “ascoltare” significa sentire con gli orecchi la Parola, lasciare che quella Parola sentita (o letta) scenda nel profondo del nostro cuore (cioè farla nostra) e lasciare che quella parola sentita e fatta nostra diventi uno stile di vita quotidiano (cioè testimoniare con le nostre parole e la nostra vita quella Parola ascoltata). Quando abbiamo davvero ascoltato la Parola di Dio? Quando possiamo osservare che nella nostra vita quella Parola la viviamo almeno un po’ concretamente e quotidianamente.
Come “ascoltare” un testo biblico? Se davvero desideriamo conoscere e gustare in profondità un brano biblico (nel nostro caso il brano evangelico delle “Beatitudini”), è necessario leggere il brano con un po’ di attenzione e con calma e rilevare soprattutto se ci sono delle parole o delle frasi che si ripetono. Fare questo primo piccolo esercizio di lectio (lettura attenta e profonda del brano) ci permette infatti di comprendere qual è il tema che Dio, attraverso l’autore del brano, desidera proporci, quale dono Dio intende farci attraverso quella sua Parola d’amore ascoltata con attenzione.
Ascoltiamo il testo delle “Beatitudini”. Se consideriamo il nostro brano delle “Beatitudini”, appare evidente che la parola che più si ripete è la parola “beati” (questa parola ricorre nel brano ben 9 volte) e che la frase che si ripete di più è “perché di essi è il regno dei cieli” (questa frase ricorre 2 volte nel versetto 3 e 10). Potremmo dire che l’evangelista Matteo, prestando la sua penna a Dio, desidera farci comprendere e gustare che Dio Padre vuole regalarci il dono della beatitudine e il dono del “regno dei cieli”.
Il termine “beati” possiamo tranquillamente tradurlo anche con le parole “felici” o “fortunati”: tradurre così la parola “beati” ci aiuta a comprendere meglio il pensiero di Gesù, perché le beatitudini sono «la proclamazione del modo di essere uomini evangelici, discepoli autentici di Gesù, uomini e donne fortunate e felici» (C.M. Martini, Le beatitudini, ed. In dialogo, Milano 1990, pp. 14-15). Questa parola “beati” la possiamo trovare anche in altri passi del Vangelo in riferimento a Maria di Nazareth, alla gente e a Simon Pietro: Luca 1,41-45; 11.27-28; Mt 16,17. C’è anche da dire che le “Beatitudini” non le ha scritte solo l’evangelista Matteo, ma anche l’evangelista Luca (6,20-23) contrapponendole al “guai a voi” (Lc 6,24-26). Inoltre Luca inizia le “Beatitudini” così: “beati i poveri” (Lc 6,20), mentre Matteo aggiunge al “beati i poveri” l’espressione “in spirito”, per darne una sottolineatura più spirituale.
Anche questa espressione “regno dei cieli” merita brevemente una spiegazione. Il regno è un territorio dove qualcuno regna: ma in questo caso questo regno non è sulla terra, ma nei cieli, cioè dove abita Dio. Potremmo dire che il regno dei cieli è il regno dove abita Dio, è il “regno di Dio”, il “mondo di Dio”, è il luogo dove io posso assaporare il suo infinito amore e la sua infinita misericordia. Ma Dio abita ed è dappertutto! Allora il “regno dei cieli” è certamente in cielo, ma anche sulla terra, dove regna l’amore e la misericordia di Dio. Anzi, più che un luogo è una azione: l’azione del regnare. Il regno di dei cieli o il regno di Dio è la sua regalità, è il regnare di Dio con il suo amore e la sua misericordia: «Regno significa un intervento potente di Dio che viene incontro all’uomo, che viene a regnare sull’umanità, che viene incontro ai problemi e alle sofferenze umane. […] Dio viene con il suo regnare incontro a noi in maniera sovrabbondante, superando tute le nostra speranze e le nostre attese» (C.M. Martini, Le beatitudini, ed. In dialogo, Milano 1990, p. 11). Il regno dei cieli è vasto quanto vasta la è l’azione dell’amore e della misericordia di Dio! C’è infine da notare un’altra cosa: le due frasi “perché di essi è il regno dei cieli” sono come la cornice di un quadro che raggruppa 8 beatitudini tutte espresse nella terza persona plurale: beati tutti coloro che nella storia vivranno le beatitudini. L’ultima beatitudine, la nona, invece è rivolta a tutti noi e a tutti gli uomini di tutti i tempi: “beati voi” quando, pur nelle difficoltà, vivrete le beatitudini!
Queste indicazioni generali ci torneranno utili, nel cammino che propongo, per ascoltare in profondità il discorso delle Beatitudini che Gesù ci ha donato.
Segui l'Ufficio di PG sui social