Per mille strade… e adesso? Una riflessione per continuare a camminare

«Jentràit, che culì e je une fontane!». Saranno state le 16.00 del 7 agosto, un orario piuttosto impegnativo per mettersi in cammino. E invece il gruppone dei 170 giovani friulani procedeva con il morale alto, tra risate e chiacchierate, sotto i 35-36 gradi dell’ormai famigerato anticiclone africano. Era appena partito da Palmanova, diretto ad Aquileia, per raggiungere il 10 agosto Roma
ed incontrarsi qui con 80 mila coetanei da tutta Italia. Il primo paese attraversato è stato Privano, dove una signora anziana, con quella frase in friulano, ha dato ai giovani uno dei più grandi insegnamenti dell’intera settimana di pellegrinaggio. Erano poveri, in quel momento e in quei giorni. Poveri nel senso rude della parola: poca acqua, poca elettricità, poche risorse in generale. E nella povertà hanno sperimentato l’accoglienza. Sì, sulla strada di Aquileia qualcuno è stato capace di aprire il proprio cuore (e il portone della propria casa) per offrire un po’ di acqua fresca. Nulla di più, nello stupore generale di quei giovani che, inaspettatamente, si sono ritrovati a festeggiare per una fontana e a essere i destinatari di una grande opera di misericordia.

Quel cammino rovente è stato uno dei momenti più intensi della settimana, culminata a Roma con l’incontro con il Papa. Dell’emozionante incontro con il Santo Padre abbiamo già parlato nel precedente numero [de “La Vita Cattolica”], uscito «a caldo» pochi giorni dopo l’esperienza. Ma le emozioni, come sappiamo, sono evanescenti. Con il tempo, calano e sorge per contro una domanda: «E adesso?».

Proviamo a individuare delle strade – guarda caso – per fare tesoro di una esperienza ormai alle spalle.

La strada è quella del ricordo, un esercizio di memoria che dobbiamo abituarci a fare, per riconoscere nella nostra vita alcuni «incroci» in cui qualcosa è capitato, o Qualcuno è intervenuto. La signora di Privano è un ricordo, certamente, che fa capire il valore dell’accoglienza ricevuta. Magari può aiutare a capire anche il valore, uguale e contrario, dell’accoglienza offerta, donata. Se ci fossimo stati noi, al posto della signora, avremmo aperto il portone a una massa di giovanotti che vagava sotto il sole?

Un altro «ricordo parlante» è l’episodio avvenuto in quello stesso giorno, qualche chilometro più tardi, quando da una laterale del cammino sbucò un grande cartello con su scritta una bestemmia, palesemente rivolta ai giovani del pellegrinaggio. Dietro, quattro-cinque persone di mezza età, che sorridevano sornione al nostro passaggio. «Perché ci prendono in giro?», chiede un ragazzo. «Cosa gli abbiamo fatto?». Bella domanda. Oltre alla povertà, i «nostri» hanno sperimentato anche la derisione. Badate bene, perché entrambi questi elementi fanno sorgere un terzo ricordo, che aleggiava non detto tra i ragazzi: la bellezza dell’unità. Pardon, della comunione. Se siamo poveri, ma siamo insieme, forse così poveri non siamo. Se alcune persone ci dileggiano, ma tra noi ci sentiamo solidali, non possiamo temere.

Ecco, dunque, tre spunti, nati in uno dei momenti che i ragazzi stessi hanno indicato come uno dei più belli, al di là della fatica.

Ora basta, lasciamo parlare i ricordi. Perché ognuno dei partecipanti ha il suo «diario» di incontri, chiacchierate, preghiere, confessioni, ed è giusto che siano quelli a parlare, a parlare di Dio. Lasciamo che parlino i ricordi della partenza e del cammino ad Aquileia, così come i ricordi di Loreto, le ricche catechesi, il ritiro penitenziale a San Gabriele. Lasciamo che parlino anche i ricordi emotivi, come quelli vissuti davanti al Papa. Lasciamo che lui, il Papa stesso, parli ancora con le sue parole, ascoltate in quella suggestiva sera al Circo Massimo.

Al lettore che non ha partecipato alla settimana di pellegrinaggio non possiamo che rivolgere la medesima esortazione: quali momenti della vita «parlano» di Dio? Quando Lui ha avuto modo di farsi vivo? Nonostante le cuffiette nelle orecchie, Dio non è muto. Anzi, è un gran chiacchierone!

 

Articolo tratto da “La Vita Cattolica” del 30 agosto 2018

Segui l'Ufficio di PG sui social

Facebooktwitteryoutubeinstagram

Vuoi condividere questo articolo?

Facebooktwittermail