Cari Fratelli e Sorelle,
come biglietto di auguri per il Santo Natale di quest’anno, Papa Francesco ci ha donato una Lettera apostolica intitolata «Admirabile signun» e dedicata al significato e al valore del presepio. L’ha firmata nella sua recente visita a Greccio che è paese in cui San Francesco ha avuto l’intuizione, insieme semplice e geniale, di allestire il primo presepio.
Di tanto in tanto il presepio è sottoposto a polemiche. C’è chi vorrebbe relegarlo in luoghi privati togliendolo da quelli pubblici che dovrebbero, invece, rimanere laici.
Il Santo Padre non si lascia catturare da tali dibattiti e ci invita, piuttosto, ad accostarci a questa tradizionale rappresentazione della nascita di Gesù con stupore e meraviglia, come i bambini, per riscoprirne la bellezza e il significato.
La lettera del Papa è breve e semplice e spero che tutti troviate il tempo di leggerla. Ne riprendo solo due passaggi.
Egli scrive: «San Francesco, con la semplicità di quel segno, realizzò una grande opera di evangelizzazione». Il presepio parla ai piccoli e parla ai grandi: ci parla di Gesù. Ci fa «sentire e toccare – scrive sempre il Papa – la povertà che il Figlio di Dio ha scelto». Ci invita «a seguirlo sulla via dell’umiltà e della povertà».
«Comporre il presepe nelle nostre case ci aiuta a rivivere la storia che si è vissuta a Betlemme». Contemplando il paesaggio e le statuine, Gesù entra nella fantasia e nel cuore specialmente dei piccoli e vi rimane impresso. È una vera evangelizzazione.
Un secondo pensiero del Papa desidero riprendere. Egli nota che nel presepio ci sono sempre i pastori che erano le persone più povere e più disprezzate della società del tempo. E aggiunge: «Anche loro stanno vicino a Gesù a pieno titolo, senza che nessuno possa allontanarli da una culla talmente improvvisata che i poveri attorno ad essa non stonano affatto».
Verso Gesù bambino si va solo in compagnia dei poveri. Il nostro Natale ci apra occhi e cuore e faccia spazio nella nostra vita e nelle nostre famiglie anche a chi è meno fortunato. Tra di noi c’è chi è in ansia per il lavoro, che soffre per la debolezza dell’età avanzata o della malattia, chi è lontano da ogni affetto caro, chi ha l’animo oscurato dalla solitudine; e quante altre povertà!
Possiamo offrire un raggio della speranza e il calore della solidarietà che Gesù ha portato e che ci fa sentire nel cuore.
Allora il nostro presepio sarà più vivo; come quello di San Francesco a Greccio. Questo è il Santo Natale che vi auguro di cuore.
+ Andrea Bruno Mazzocato
Santo Natale 2019
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