«Alziamo il volume del cellulare di Dio… e assicuriamoci che ci sia batteria!»

Ha usato l’immagine dello smartphone don Alessandro Fontaine per spiegare il tema della chiamata ai circa 150 adolescenti e giovani covenuti a Castellerio per il primo incontro della serie 2019-2020 di «Bota fé». «È vero che Dio non ti chiama al cellulare – ha esordito don Alessandro –, ma, tenendo la metafora, il problema è capire se abbiamo sufficiente batteria per accogliere i suoi inviti, oppure se viviamo le nostre giornate con il 15-20% della carica necessaria».

Don Alessandro commentava il brano della chiamata dei primi discepoli (Mt 4, 18-22) e, aiutandosi da un filmato di apertura, ha sviluppato la sua catechesi attorno alla metafora dello smartphone. «Se molti non riescono a sentire il sussurro di Dio, forse – ha concluso don Alessandro, parafrasando San Giovanni Paolo II – conviene tenere alto il volume della sua chiamata e aprire l’orecchio (e il cuore) a ciò che ci vuol dire il Signore».

La serata si è sviluppata con la consueta proposta di ascolto della Parola di Dio e Adorazione Eucaristica. Nella seconda parte, poi, molti hanno potuto ascoltare la testimonianza di due chiamate interessanti e diverse: don Simone Baldo, diacono transeunte (ossia: in cammino verso il sacerdozio) e Anna Piuzzi, giornalista de “La Vita Cattolica”. Molto gettonate anche le chiacchierate “vocazionali” con una giovane coppia di sposi, un seminarista e una consacrata. Alcuni, infine, hanno approfittato per le confessioni.

Il cammino di Bota fé prosegue, ora, con alcuni momenti di preghiera locale che, nel tempo di Avvento, diverse Foranie stanno già organizzando. Per restare “in linea” con il Signore, l’ufficio di Pastorale Giovanile propone anche ai gruppi che lo desiderano un sussidio per la preghiera settimanale. Il prossimo appuntamento con Bota fé, invece, sarà venerdì 7 febbraio, sempre alle 20.00 e sempre in seminario a Castellerio.

 

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