«Potrebbe anche capitare nella nostra vita di avere dei dubbi: eppure Tommaso, nonostante i suoi dubbi, è sempre rimasto dentro la comunità degli apostoli. I nostri dubbi non ci devono separare dalla comunità!». Con queste parole don Daniele Antonello ha spiegato uno dei principali aspetti dell’incontro biblico tra Tommaso e Gesù risorto, oggetto di riflessione nella serata “Bota fé” di venerdì 5 aprile scorso.
Con i presenti, don Daniele Antonello ha approfondito questo nuovo testimonial biblico – dopo ai fratelli Giacomo e Giovanni, dopo a Nicodemo e dopo a Zaccheo -, adatto a descrivere una dinamica di fede che possiamo definire buona, sana, in cui i dubbi non prevalgono sulla ricerca. Tommaso è sempre rimasto dentro alla sua comunità di fede – gli apostoli, una specie di Chiesa primordiale -, tanto da essere aiutato proprio da loro a fugare quei dubbi che tanto lo attanagliavano. Fino ad arrivare alla professione di fede più bella di sempre: «Mio Signore e mio Dio».
Davanti a Gesù risorto si sono inginocchiati anche i giovani presenti alla serata, la quale è proseguita con le confessioni (per chi desiderava accostarvisi) e una speciale “testimonianza a tre” con alcuni giovani – Francesca, Alvise e Mario – che stanno vivendo determinati cammini di fede.
L’incontro del 5 aprile – secondo e ultimo appuntamento “Bota fé” in seminario – ha costituito il penultimo appuntamento dell’itinerario diocesano di spiritualità, che si concluderà con la Veglia di Pentecoste di venerdì 7 giugno 2019.
Per approfondire:
- Traccia dell’incontro.
- «Lettera di Tommaso» per l’esame di coscienza.
- Filmato con la lectio di don Daniele Antonello.
- Archivio con i materiali dei precedenti incontri di “Bota fé”.
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