Con Ungaretti, il ricordo viaggia sui social

Una iniziativa molto semplice, nel mondo dei social, ma con un intento decisamente importante: commemorare i milioni di giovani che cent’anni fa, spesso controvoglia, hanno scritto pagine drammatiche della storia del mondo. È questo il modo in cui proponiamo di avvicinarci al 4 novembre, giornata in cui si celebra quest’anno il centenario dalla cessazione delle ostilità del primo conflitto mondiale.

Nella prima guerra mondiale furono 651.000 i giovani nostri connazionali che non tornarono a casa. A questi si sommano quasi altrettante vittime civili, per un totale di circa 1.200.000 defunti. In totale, la prima guerra mondiale provocò oltre 10 milioni di vittime, senza contare coloro che non riuscirono a scampare alla pandemia di influenza “spagnola”, che negli stessi anni provocò milioni di morti. Le ferite del conflitto, tuttavia, furono ben più profonde e sfociarono – pochi anni dopo – in una guerra ancor più sanguinosa.

Anche i territori friulani e giuliani furono bagnati dal sangue di quella che il Papa di allora, Benedetto XV, definì «un’inutile strage»: il Carso e le montagne della Carnia furono teatro di atrocità senza eguali. Da qui nasce quasi l’obbligo morale del ricordo: ogni sera fino al 4 novembre vogliamo fare memoria di quei giovani, nostri coetanei, che furono scagliati gli uni contro gli altri. Vogliamo attingere ai versi di uno di loro, Giuseppe Ungaretti, che proprio sul Carso fu protagonista dei giorni più drammatici.

L’invito, per chi frequenta i social, è di dedicare ogni sera una preghiera ai defunti di quel sanguinoso conflitto e, con loro, di tutte le guerre che ancora oggi insanguinano il mondo.

 

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