Sotto il sole… di Riccione? Macché. Riadattiamo hit dei Thegiornalisti in versione “udinese”, perché tra i condomini di viale Venezia, nel cuore di Udine, l’oratorio non chiude nemmeno sotto il sole agostano.
«Agosto in oratorio» è proprio il titolo dell’iniziativa avviata dai padri vincenziani, che già da qualche anno reggono la Parrocchia di San Giuseppe insieme alle attigue comunità di San Rocco, Cormôr e San Nicolò al Tempio. Tutti i martedì, mercoledì e giovedì di agosto, i cancelli dell’oratorio udinese si apriranno a partire dalle 19.30, orario in cui la “canicola” concede un po’ di tregua.
«L’iniziativa è nata per caso, spontaneamente, parlando con alcuni genitori che non sapevano cosa proporre ai figli durante il mese di agosto» spiega padre Juan Carlos Cerquera, parroco di San Giuseppe. «Teniamo l’oratorio aperto fino alle 22.30 o alle 23.00. Viene chi vuole, non c’è un’iscrizione: l’importante è che i ragazzi sappiano che le porte della Parrocchia sono aperte». Ed ecco, quindi, arrivare qualche giovanotto fin dalla prima serata. Dapprima in sordina, poi in numero sempre maggiore: il “passaparola” ha sempre il suo effetto.
Ma cosa si propone in queste serate di oratorio? In realtà, nulla di particolarmente elaborato o strutturato: non si tratta di un GREST tradizionale. Vige la spontaneità, nel cuore dell’ambiente parrocchiale. C’è chi gioca a calcio, chi invece preferisce portare una pizza da condividere con gli amici, chi ancora propone di vedere insieme un film. Alcuni animatori – e lo stesso padre Cerquera – sono presenti assieme ai ragazzi e… il gioco è fatto. Pochi giorni fa, proprio in una di queste serate è stato fatto un simbolico “saluto” ai giovani della Parrocchia che in questi giorni sono in viaggio verso Roma per l’iniziativa diocesana «Per mille strade… siamo qui!». Ovviamente non prima di aver condiviso una pizza e una bibita.
«Mercoledì prossimo (oggi, giorno di uscita de “La Vita Cattolica”), però, vorremmo proporre un’attività speciale: la salita serale alla cupola del Tempio Ossario, per vedere le luci della città. I ragazzi apprezzano molto e restano meravigliati dal vedere le loro case e la frenesia delle automobili, grandi poco più delle formiche.» A San Giuseppe insomma le idee non mancano, pur restando nella semplicità. «Speriamo che venga qualcuno in più – conclude ridendo padre Juan Carlos –: l’altra sera è venuto un temporale e non c’era nessuno. Ci siamo bevuti una bibita tra animatori: anche questo è fare oratorio.»
Articolo tratto da “La Vita Cattolica” di mercoledì 8 agosto 2018